logo_Limiti inchiusi_solo bus
Video-documentario Residenze 2023
EVENTI: Lucito 11/02/24 presentazione del catalogo e del video
Caterina Sbrana, Gabriele Mallegni e Matteo Innocenti

VIS à VIS Fuoriluogo 26 . Artists in Residence Project

Caterina Sbrana / Gabriele Mallegni

LUCITO “Il Fiume aspetta”, 2023 . “Qui è tutto altrove e tutto è qui”, 2023

Il progetto sviluppato da Caterina Sbrana e Gabriele Mallegni nel corso della residenza a Lucito si compone delle opere “Il fiume aspetta” e “Tutto è altrove e tutto è qui”, entrambe derivate dalla progressiva conoscenza ed esperienza del paesaggio locale, inteso nei suoi caratteri reali e immaginari, e approfondito rispetto a quelli che sono come dei “rimossi”, vale a dire alcune perdite che avvengono nel costante mutamento della relazione tra le comunità umane e la natura.Lucito è attraversato da un torrente del fiume Biferno, lungo il quale, storicamente, sì è organizzata e ha preso forma e consuetudini la vita del paese; se da molto tempo il corso d’acqua è stato coperto, ne resta comunque la memoria – e in certo modo anche la sua esistenza, sotterranea, torna a farsi sentire con maggiore vigore durante le piogge abbondanti. “Il fiume aspetta” ravviva questa presenza originaria, attraverso quattro sculture in ceramica che ibridano le forme naturali e quelle di mano umana: nello specifico sono calchi di massi, recuperati in riva al Biferno e poi lì ricollocati, e manici di oggetti quotidiani di appartenenza degli abitanti. L’installazione, esterna e permanente, descrive un percorso che dalla fonte attigua alla chiesa dell’Immacolata Concezione arriva fino all’ingresso del centro storico, come a celebrare un contatto, mai davvero interrotto, semmai attenuato, tra il fiume e il borgo.”Qui è tutto è altrove e tutto è qui” è un rilievo in terra locale pensato per la nicchia ovale al centro della facciata della Cappella di San Gennaro; la frase si accompagna a un intreccio tra le radici di due piante, una di verbasco e l’altra di ailanto, con richiamo al rito agrario del “matrimonio degli alberi”. Entrambe le piante vivono a Lucito, con la differenza che una è considerata autoctona, e l’altra alloctona e infestante. L’immagine, come un emblema, rileva la complessità produttiva delle convivenze, la continua e necessaria modificazione della flora attraverso il movimento. Ciò che del resto è carattere anche della nostra specie e nutrimento della civiltà, aldilà delle valutazioni contingenti, spesso artefatte e restrittive, nel merito dei fenomeni migratori. (Matteo Innocenti)

Flavia Carolina D’Alessandro

PROVVIDENTI “ùnikum panorama Provvidenti”, 2023

“Il labirinto, sia nella sua forma fisica che simbolica, offre una profonda riflessione sull’estetica del percorso. Esso incarna un viaggio intricato e spesso enigmatico, un percorso che sfida la nostra percezione e ci costringe a navigare tra incroci e scelte. L’estetica del labirinto, elemento scelto da D’Alessandro quale segno d’azione sul luogo, richiama la complessità della vita stessa e ci insegna che il percorso è altrettanto importante, se non di più, del risultato finale. È un invito a rallentare, a contemplare, a cercare un senso più profondo nell’atto stesso del camminare.” “L’artista, rintracciando nella chiesa di Santa Maria Assunta, attualmente chiusa al pubblico, un bassorilievo scolpito con questo tratto antichissimo, ha lavorato sulla sua immagine fortemente evocativa, estrapolandola dallo sfondo e facendola diventare percorso e panorama. Panorama in quanto il segno, che già di per sé richiama la forma della rosa, si può sovrapporre alla pianta del centro storico di Provvidenti determinando uno scenario quasi prospettico.” “Il labirinto di Provvidenti pone l’attenzione sul tragitto che si percorre per raggiungere la meta, oltre a rappresentare non tanto i limiti (muri) di tale percorso quanto il pieno della strada che si percorre. Ciò che è visualizzato non è il confine dell’esistente quanto il vuoto dell’inesplorato che viene ad essere campito e quindi inciso. Emerge chiaramente una traccia forte che, nel contesto semiotico, può essere vista come un segno iconico in quanto la sua rappresentazione visiva richiama direttamente l’idea di un attraversamento tortuoso e intricato. È un segno che suscita una serie di connessioni mentali ed emotive nell’osservatore, richiamando idee di ricerca, esplorazione e fallimento.” (Tommaso Evangelista)

 

Artists in Residence Project